Come noto, negli ultimi anni, il problema dell’individuazione di criteri condivisi per la misurazione della rappresentatività degli organismi datoriali e sindacali ha suscitato l’interesse degli operatori del diritto, nonché di tutte le parti sociali direttamente interessate a tale individuazione.
Tale tema, attualmente, è divenuto il fulcro di numerosi dibattiti soprattutto alla luce delle numerose circolari degli organi ispettivi, che si sono succedute in seguito all’entrata in vigore del “Jobs Act.
Infatti, negli ultimi anni sono state numerosissime le circolari e le note degli organi ispettivi ed in particolare dell’Ispettorato del lavoro, con le quali si invitavano gli ispettori a disapplicare e sanzionare i contratti sottoscritti da soggetti che non rivestono il carattere di maggiore rappresentatività, sebbene a tutt’oggi il Legislatore non abbia fissato né dei criteri sulla rappresentatività né abbia individuato degli organismi che tali criteri possano valutare.
È evidente che la carenza di dati normativi oggettivi, unita all’atteggiamento non sempre sereno degli organi ispettivi, cui negli anni si è affiancata una giurisprudenza che ha fornito le più disparate interpretazioni in ordine al concetto di rappresentatività, abbia creato una serie di problemi alle aziende, in particolare alle piccole e medie imprese, sulle quali ricadono gli effetti del vuoto legislativo.
FederTerziario, quale confederazione di associazioni datoriali direttamente interessata all’argomento, è stata invitata a partecipare al Festival “Luci sul Lavoro”, tenutosi a Montepulciano, dal 4 al 7 Luglio 2018, cui ha preso parte il responsabile dell’Ufficio Legale, Avv. Emanuela D’Aversa.
Lo scopo del Festival, cui sono intervenuti i massimi esponenti del mondo del lavoro, è stato quello di mettere a confronto rappresentanti accademici, studiosi di diritto del lavoro e relazioni industriali, esponenti del mondo della rappresentanza con l’intento di favorire la condivisione, dai diversi punti di vista, di conoscenze ed esperienze in materia. FederTerziario ha accolto l’invito al fine di dar voce al mondo delle piccole e medie imprese, che da sempre sostiene ed affianca, evidenziando le difficoltà che sono scaturite dall’ambiguo atteggiamento del Legislatore.
Infatti, nell’ambito delle sessioni di studio FederTerziario ha voluto porre l’accento sulle problematiche che la carenza di criteri sulla rappresentatività sindacale aveva nel tempo creato alle imprese. In particolare, FederTerziario ha stigmatizzato l’atteggiamento degli organi ispettivi che negli ultimi mesi, a seguito di numerose circolari dell’Ispettorato Nazionale, si sono arrogati il diritto di stabilire quali soggetti possano essere considerati comparativamente più rappresentativi, seppur nell’attuale panorama normativo non esista una effettiva concretizzazione ed individuazione del concetto di organizzazione maggiormente rappresentativa sul piano nazionale.
Nell’ambito del Labour Academy è stata presa in esame anche la nota del 20 giugno 2018, emanata dall’Ispettorato Nazione del Lavoro, nella quale si riaffermava che i benefici legati alla sottoscrizione di contratti di secondo livello potevano essere fruibili solo dagli imprenditori che applicavano contratti “leader” sottoscritti da CGIL, CISL, UIL. Proprio con riferimento a tale circolare FederTerziario ha evidenziato l’insussistenza di presupposti oggettivi che permettano agli ispettori di esperire i provvedimenti di cui alla nota stessa. Tale posizione è stata condivisa anche dagli altri partecipanti alla tavola rotonda.
A seguito delle numerose contestazioni, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha provveduto a rimuovere, dal suo sito, la discussa nota del 20 giugno 2018, con la quale erano stati ribaditi concetti già espressi con la Circolare n. 3/2018 in materia di contrattazione collettiva.
Pertanto, auspichiamo che la rimozione della nota dell’INL, a cui nel suo piccolo ha contribuito anche FederTerziario, facendo sentire la voce degli imprenditori durante l’importante Festival “Luci sul Lavoro”, costituisca un’inversione di tendenza rispetto all’atteggiamento tenuto in passato dagli organi ispettivi e che possa riaprire un dialogo tra Istituzioni e parti sociali al fine di raggiungere risultati concreti in tema di rappresentatività e nella lotta al dumping sociale.